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Il presente saggio si ispira alla scultura lignea del Crocifisso di Lérins, che interpreta bene il mistero della Pasqua come morte e vita, distanza e presenza, ferita e promessa. Lo strano, enigmatico, dolcissimo e, in un certo senso, "profano" sorriso accennato sulle labbra del Cristo si pone come un interrogativo aperto capace di turbare. Nasce perciò la domanda: Con quale cristianesimo continuare a credere? Con quello della presenza che abbaglia? Con quello che cerca una mediazione tra il Vangelo e la storia? O con quello paradossale del sorriso sofferto, che non si inginocchia di fronte alla moda, ma prende sul serio la storia come dispiegamento del Dio di Gesù Cristo? Un contributo perché il cristianesimo riconosca feritoie di speranza nelle crepe della vita.